DIALOGHI MUTI

​

Nella luce ancora fresca e incontaminata, prima che i suoni
del mercato riempiano gli spazi compressi tra chiese barocche e balconate di ruggine, lascio che i passi vuoti seguano il silenzio dell’abbandono, tra muri fatiscenti e stanze mutilate dei loro confini. Un giovane raggio orizzontale, come luce di scena, inquadra un pezzo dell’archeologia profana del cuore della vecchia Palermo.
Dall’abisso della storia restano in piedi facciate e pareti come rigidi sudari sui quali è impressa l’impronta di
minime storie, la traccia dei respiri che li hanno bagnati.
Intonaci ormai polverizzati dal sole ma ancora in grado di
riflettere la luce abbacinante, talvolta anneriti dalle muffe
dell’abbandono, uno accanto all’altro, dialogano tra loro in
un muto racconto delle scene che hanno racchiuso come
quinte immobili.
NES